In Italia i siti contaminati sono rappresentati per la stragrande
maggioranza da impianti industriali, in attività o dismessi, discariche e
punti vendita carburanti. Quindi, in questi casi, i lavoratori e/o i residenti sono
potenzialmente a rischio per esposizione (inalazione, ingestione e/o
contatto dermico) ad agenti chimici pericolosi presenti nel suolo
insaturo o nelle acque di falda su cui insistono tali attività.
La Banca Dati "ISS-INAIL" per l’Analisi di Rischio sanitario ambientale è
stata elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Istituto
Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL).
L'importanza e l'utilità di questa banca dati consiste nel rendere
uniformi a livello nazionale i valori dei parametri caratteristici di
tali sostanze, necessari per l'applicazione della procedura di analisi
di rischio. Questo strumento ha, quindi,
permesso di superare il problema legato alla mancata uniformità delle
banche dati implementate nei software comunemente utilizzati a livello
nazionale, che spesso contengono valori dei parametri chimico-fisici e
tossicologici molto diversi tra di loro. Inoltre, la sua precedente
versione conteneva delle incongruenze relative alla classificazione di
cancerogenicità delle sostanze che, con la presente edizione, si
ritengono superate.
VAI AL SITO INAIL PER L'ARTICOLO:
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=Prodotti/News/2012/Ricerca_e_tecnologie_della_sicurezza/info-1225589329.jsp
E A QUELLO DELL'ISS PER LA BANCA DATI COMPLETA:
http://www.iss.it/iasa/?lang=1&tipo=40
ALCAMS-AGL E' COMPARTO DI AGL (AGL , Alleanza Generale del Lavoro (confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3886296743, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it )
mercoledì 26 dicembre 2012
lunedì 24 dicembre 2012
NUOVA TASSA RIFIUTI (TARES): ALTRI 80 EURO IN PIU' A FAMIGLIA!
La Tares, tassa sui rifiuti e sui servizi, prenderà il posto della Tarsu e
della Tia. E costerà di più alle famiglie.
La Tares finirà per pesare più dell’Imu già versata sulla prima casa: la famiglia “media” che abita nella casa “media” ha pagato 275 euro di Imu, ma ne verserà 305 di Tares, quando la Tarsu si fermava a 225 euro.
Perché questo aumento (dicono, ma voi ci credete?) ? "Perché le risorse acquisite grazie alla Tares dovranno far fronte a due esigenze che prima non erano previste nella tassa sui rifiuti: coprire al cento per cento il costo del servizio per le utenze domestiche sostenuto dai Comuni – quando oggi in media la copertura è del 79%, il resto finisce nel bilancio – e finanziare il costo dei “servizi indivisibili” forniti dal sindaco, una serie di voci che va dall’illuminazione pubblica, alla manutenzione delle strade, polizia locale, verde. Un indispensabile “extra” che le giunte copriranno imponendo ai cittadini una sovratassa di 30 centesimi al metro quadro (che potrà arrivare, giunte volendo, a 40 centesimi)".
La TARES è dovuta “da chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”. Non solo i proprietari di casa,quindi, ma anche negozi, uffici, capannoni. Verrà calcolerà in base ai metri quadri (l’80% della superficie catastale) senza tener conto del numero di componenti del nucleo.
Per le attività commerciali l’aggravio medio raggiungerà la quota record del 293 per cento.
Ah, che bel 2013 ci aspetta!
La Tares finirà per pesare più dell’Imu già versata sulla prima casa: la famiglia “media” che abita nella casa “media” ha pagato 275 euro di Imu, ma ne verserà 305 di Tares, quando la Tarsu si fermava a 225 euro.
Perché questo aumento (dicono, ma voi ci credete?) ? "Perché le risorse acquisite grazie alla Tares dovranno far fronte a due esigenze che prima non erano previste nella tassa sui rifiuti: coprire al cento per cento il costo del servizio per le utenze domestiche sostenuto dai Comuni – quando oggi in media la copertura è del 79%, il resto finisce nel bilancio – e finanziare il costo dei “servizi indivisibili” forniti dal sindaco, una serie di voci che va dall’illuminazione pubblica, alla manutenzione delle strade, polizia locale, verde. Un indispensabile “extra” che le giunte copriranno imponendo ai cittadini una sovratassa di 30 centesimi al metro quadro (che potrà arrivare, giunte volendo, a 40 centesimi)".
La TARES è dovuta “da chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”. Non solo i proprietari di casa,quindi, ma anche negozi, uffici, capannoni. Verrà calcolerà in base ai metri quadri (l’80% della superficie catastale) senza tener conto del numero di componenti del nucleo.
Per le attività commerciali l’aggravio medio raggiungerà la quota record del 293 per cento.
Ah, che bel 2013 ci aspetta!
mercoledì 19 dicembre 2012
“ASPI” , “MINI-ASPI 2012” e “MINI-ASPI” : LE ULTERIORI ISTRUZIONI DELL'INPS SULLA NUOVA “DISOCCUPAZIONE”
L'INPS fornisce alcuni chiarimenti in merito all'Indennità di disoccupazione
"mini-ASpI 2012":
L'INPS ritiene che l'ipotesi della procedura di licenziamento per giustificato motivo oggettivo conclusa in sede conciliativa con una risoluzione consensuale configuri un'ipotesi di cessazione involontaria del rapporto di lavoro, dando così titolo all’accesso alla tutela del reddito corrispondente:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fMessaggi%2fMessaggio%20numero%2020830%20del%2018-12-2012.htm
L'INPS fornisce le istruzioni circa le
nuove discipline, previste dall'articolo 2 della Legge n. 92/2012 (Riforma del
Mercato del Lavoro), conosciute come: Indennità di disoccupazione ASpI e
mini–ASpI:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20142%20del%2018-12-2012.htm
L'INPS ritiene che l'ipotesi della procedura di licenziamento per giustificato motivo oggettivo conclusa in sede conciliativa con una risoluzione consensuale configuri un'ipotesi di cessazione involontaria del rapporto di lavoro, dando così titolo all’accesso alla tutela del reddito corrispondente:
lunedì 17 dicembre 2012
ADDIO "Disoccupazione"! DALL'1.1.2013 ARRIVA L' "ASPI" (Assicurazione Sociale per l'Impiego)
L’articolo 2 della legge n. 92 del 28 giugno 2012 ha istituito, con decorrenza
1° gennaio 2013, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), con la funzione
di fornire un’indennità mensile di disoccupazione ai lavoratori che abbiano
perduto involontariamente la propria occupazione. L’ASpI – che sostituisce la
preesistente assicurazione contro la disoccupazione involontaria – si
caratterizza per l’ampliamento della platea dei soggetti tutelati, per l’aumento
della misura e della durata delle indennità erogabili agli aventi diritto,
nonchè per un sistema di finanziamento alimentato da un contributo ordinario e
da maggiorazioni contributive.
Clicca qui sotto e leggi la Circolare INPS per capire come funziona:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20140%20del%2014-12-2012.htm
Clicca qui sotto e leggi la Circolare INPS per capire come funziona:
http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20140%20del%2014-12-2012.htm
giovedì 13 dicembre 2012
SLOT MACHINES: MENO DEMONIZZAZIONI E PIU' RAZIONALITA' NELLE SOLUZIONI
Dal sito
«Chi non toglie le slot, perderà il bar»
Il vicesindaco: «Il termine per rimuoverle scade il 15 dicembre. Poi scatteranno i controlli di vigili, Finanza e Carabinieri»
di Valeria Frangipane
BOLZANO. Via le slot
dagli oltre 250 bar della città che le hanno installate entro 300 metri dai
luoghi sensibili o il titolare sarà costretto a chiudere. «Mi spiace che in
molti non si rendano conto di quel che succederà. Ripeto, ancora una volta, che
il 15 dicembre scade il termine per rimuovere le macchinette elettroniche dai
locali. Dopo questa data ci muoveremo di conseguenza». Il vicesindaco Klaus
Ladinser risponde così a Confesercenti che si fa portavoce di tutto il disagio
dei soci: «I pubblici esercenti non possono sciogliere i contratti con le
società che gestiscono le slot, va trovata una soluzione che non li danneggi».
«Nessuna soluzione - ribatte il vicesindaco - la legge non l’ho fatta io ma la
Provincia (è entrata in vigore il primo novembre 2012) ed è più che chiara. Al
Comune spetta solo il compito di farla rispettare. Per questo dal 15 in poi
partiranno gradualmente i controlli in tutti i bar della città e scatteranno le
prime multe. E ricordo che se il barista non sposterà le macchinette entro la
data indicata e non lo farà nemmeno in seguito verrà sanzionato più volte fino
al ritiro della licenza ed alla chiusura del locale. Mi spiace ma non si
scherza». Ma come faranno i 250 baristi, legati a precisi contratti, a
sganciarsi dai noleggiatori? «Devono parlarsi, non sta a me trovare una
soluzione». Molte società di noleggio invitano i diretti interessati a non
togliere proprio niente, lei che dice?
«Che se la vedranno col giudice per tutti i ricorsi del caso, non certo con noi».
E’ possibile tenere le macchinette spente?
«Spente o accese non importa. Vanno rimosse». I pubblici esercenti sono invitati anche a fare molta attenzione alle indicazioni che arrivano da alcuni noleggiatori che si dicono pronti a pagare, per esempio, la prima multa (dai 144 ai 552 euro). Attenzione perchè se il noleggiatore dice di pagare e se pagherà anche tutte le sanzioni successive, toccherà poi al titolare perdere la licenza e chiudere il bar. Insomma la questione è molto delicata. Da parte sua il comandante dei vigili, Sergio Ronchetti, fa sapere che nelle prossime ore è stata fissata una riunione proprio per discutere della questione: «Nel fine settimana abbiamo il problema della viabilità da Mercatino, per cui escludo che sabato possano già partire i controlli, ma da lunedì inizieremo il giro. L’input è quello di far rispettare la legge». Per i pubblici esercenti una doppia batosta: da una parte i problemi con i contratti firmati, dall’altra il mancato incasso che - per chi ha dalle due alle tre macchinette - oscilla tra i 1.000 ed i 1.500 euro al mese.
«Che se la vedranno col giudice per tutti i ricorsi del caso, non certo con noi».
E’ possibile tenere le macchinette spente?
«Spente o accese non importa. Vanno rimosse». I pubblici esercenti sono invitati anche a fare molta attenzione alle indicazioni che arrivano da alcuni noleggiatori che si dicono pronti a pagare, per esempio, la prima multa (dai 144 ai 552 euro). Attenzione perchè se il noleggiatore dice di pagare e se pagherà anche tutte le sanzioni successive, toccherà poi al titolare perdere la licenza e chiudere il bar. Insomma la questione è molto delicata. Da parte sua il comandante dei vigili, Sergio Ronchetti, fa sapere che nelle prossime ore è stata fissata una riunione proprio per discutere della questione: «Nel fine settimana abbiamo il problema della viabilità da Mercatino, per cui escludo che sabato possano già partire i controlli, ma da lunedì inizieremo il giro. L’input è quello di far rispettare la legge». Per i pubblici esercenti una doppia batosta: da una parte i problemi con i contratti firmati, dall’altra il mancato incasso che - per chi ha dalle due alle tre macchinette - oscilla tra i 1.000 ed i 1.500 euro al mese.
*********************
COMMENTO ALCAMS-AGL :
Solo un aspetto ci piace in questa vicenda: la
serietà dell'istituzione nel voler applicare puntualmente la norma per quel che
essa dispone e non per l'interpretazione diversa che ognuno ne può dare. Il
resto no, non lo gradiamo proprio.
Innanzitutto la filosofia proibizionista e la
forzatura sugli stili di vita dei cittadini maggiorenni: assolutamente
fallimentare e controproducente. Meglio prevenire,sin dalla scuola e dalla
famiglia, che reprimere ciecamente.Più si calcherà la mano e più il gioco si
diffonderà anche presso fasce di popolazione prima inimmaginabili (così come è
avvenuto per il fumo, i superalcolici, la prostituzione, le droghe leggere e
pesanti, il gioco d'azzardo, le devianze sessuali che sfocino in reati, i limiti
di velocità, ecc.). Per lo meno, noi la pensiamo così. E poi, insopportabile è
il non rispetto dei problemi in cui si gettano queste microimprese. Cosa si
vuole, che pure i baristi diventino poveri e non trovino altra alternative al
gioco?
Quale la soluzione? Occorrerebbe provare a
trovare un compromesso accettabile tra questi comportamenti e i limiti etici e
morali, fondato non sulla illusoria negazione ma sulla riduzione del danno e la
possibilità di avere alternative di vita a disposizione. Il business e i soldi
(come le armi) non sono immorali di per sé, ma lo diventano per l'uso che se ne
fa.Ciò non toglie che vi siano situazioni emergenziali, specie famigliari, che
richiedano un intervento e un aiuto immediato. Questo va garantito,
finanziandolo con il prelievo fiscale su questi fenomeni che va specificamente
(e seriamente ) incrementato.Non c'è alternativa. L'esperienza ci dice che con
il proibizionismo puoi togliere le slot dai bar ma, come sta avvenendo, ti
spuntano su internet e nessuna autorità può farci nulla, come già avvenuto per
fenomeni analoghi. Meglio, per sminuirne la portata trasgressiva, invece,
estendere l'oggetto del desiderio, renderlo a portata di mano. Diminuirà
l'interesse ossessivo e l'essere umano, come è naturale, cercherà altre
attrattive, magari meno sconvolgenti o potenzialmente dannose. Purtroppo duole
dire che come la burocrazia si nutre di inefficienza, così le istituzioni
preposte alla repressione si nutrono di vizio dilagante, che consente loro di
diminuire gli spazi di libertà e controllare il cittadino anche nella sua vita
privata, a tappeto e indiscriminatamente. Lo strumento fiscale, evidentemente,
avrebbe anche la valenza di diminuire i guadagni spropositati e di abbassare la
febbre da superintroiti.Lasciamo quindi perdere le demonizzazioni e pensiamo a
gestire razionalmente questi fenomeni così come si fa in altri paesi (perche
l'Italia deve essere sempre in retroguardia?). Della questione fiscale connessa
alle slot si è ripetutamente parlato in queste settimane con riferimento alla
necessità di reperire risorse per far fronte alla crisi da debito che attanaglia
il nostro Paese. Ad esempio in questo articolo su Avvenire:
Come AGL non posiamo non associarci a coloro che
pretendono che i soldi di cui ha bisogno lo Stato (e la povera gente per avere i
servizi di cui ha diritto) vengano presi là dove ci sono e, se qualcuno ha
goduto di regimi di favore (come le società menzionate nell'articolo) è bene che
sia fatta una correzione, anche attraverso l'introduzione di norme più puntuali.
Che è cosa diversa dal rendere la vita impossibile a dei semplici proprietari di
bar.
lunedì 26 novembre 2012
COOP, SPOT LITTIZZETTO : ALCUNE LAVORATRICI LE SCRIVONO
"""""""""
Cara Luciana,
lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una
cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno? Una busta paga che non
arriva a 700 euro mensili dopo aver lavorato sei giorni su sette comprese tutte
le domeniche del mese. Le nostre famiglie fanno una grande fatica a tirare
avanti e in questi tempi di crisi noi ci siamo abituate ad accontentarci anche
di questi pochi soldi che portiamo a casa. Abbiamo un’alternativa secondo te?
Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo
accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non
ci siamo mai. Sembra tutto così attrattivo e sereno che parlarti della nostra
sofferenza quotidiana rischia di sporcare quella bella fotografia che tu
racconti tutti i giorni.
Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e
non siamo contente. Si guadagna poco e si lavora tanto. Ma non finisce qui. Noi
donne siamo la grande maggioranza di chi lavora in Coop, siamo circa l’80%.
Prova a chiedere quante sono le dirigenti donna dell’azienda e capirai qual è la
nostra condizione.
A comandare sono tutti uomini e non vige certo lo
spirito cooperativo. Ti facciamo un esempio: per andare in bagno bisogna
chiedere il permesso e siccome il personale è sempre poco possiamo anche
aspettare ore prima di poter andare.
Il lavoro precario è una condizione molto diffusa alla
Coop e può capitare di essere mandate a casa anche dopo 10 anni di attività più
o meno ininterrotta. Viviamo in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre
con la paura di perdere il posto e perciò sempre in condizioni di dover
accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese sulla nostra pelle.
Prendi il caso dei turni: te li possono cambiare anche
all’ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se
ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all’ultimo posto e i
figli non riesci più a gestirli.
Denunciare, protestare o anche solo discutere decisioni
che ti riguardano non è affatto facile nel nostro ambiente. Ci è capitato di
essere costrette a subire in silenzio finanche le molestie da parte dei capi
dell’altro sesso per salvare il posto o non veder peggiorare la nostra
situazione.
Tutte queste cose tu probabilmente non le sai, come non
le sanno le migliaia di clienti dei negozi Coop in tutta Italia. Non te le hanno
fatte vedere né te le hanno raccontate. Ed anche a noi ci impediscono di
parlarne con il ricatto che se colpiamo l’immagine della Coop rompiamo il
rapporto di fiducia che ci lega per contratto e possiamo essere licenziate.
Ma noi non vogliamo colpire il marchio e l’immagine
della Coop, vogliamo solo uscire dall’invisibilità e ricordare a te e a tutti
che ci siamo anche noi.
Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne
lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla
cassa ma anche terribilmente incazzate.
Abbiamo paura ma sappiamo che mettendoci insieme
possiamo essere più forti e per questo ci siamo organizzate. La Coop è il nostro
posto di lavoro, non può essere la nostra prigione.
Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone.
Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano
pensare.
Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in
difesa delle donne e per la dignità del lavoro.
Con simpatia, un gruppo di lavoratrici
Coop"""""""""
*********************************************************
COMMENTO ALCOOP-AGL:
Siamo ovviamente disponibili a ospitare repliche da parte
della Azienda COOP su quest'argomento.
Per intanto vorremmo osservare che molti in questi giorni
parlano di violenza alle donne. Che spesso non è solo fisica ma anche morale,
non solo tra le mura domestiche ma anche sul lavoro.Spiace constatare che nel
mondo cooperativo stia andando avanti da anni il fenomeno delle retribuzioni più
basse e degli orari più sfavorevoli. Se questo può lenire il malumore delle
lavoratrici Coop, vorremmo rassicurarle che, a parte le atmosfere ovattate degli
spot pubblicitari, l'opinione pubblica e la clientela di tutte le Aziende della
grande distribuzione conosce abbastanza bene i loro sacrifici. Ma anche per i
clienti non c'è scelta. Andare al supermercato significa infatti risparmiare per
quel che si può in questa crisi. Quindi ci siamo un pò costretti tutti.
Purtroppo vige un altro brutto fenomeno che chiunque faccia sindacato in quei
contesti conosce bene: c'è troppa sottomissione, troppo timore, troppo egoismo
da parte della gran massa dei lavoratori. E su questo campano i cattivi
dirigenti che costruiscono il loro successo sullo sfruttamento. Purtroppo i
lavoratori dovrebbero, in questi contesti estremi, capire che in definitiva è in
mano loro la posibilità che certi personaggi continuino a fare profitti. Se non
c'è vera ribellione non c'è vero cambiamento.Come è altrettanto vero che, nel
panorama sindacale sono pochissimi i soggetti di cui ci si può fidare. Ma anche
qui c'è una responsabilità di quei lavoratori che per paura, invece di buttarsi
in prima persona nell'attività sindacale, la delegano a persone spesso senza
scrupoli e senza morale.Sembra che le donne che hanno scritto questa lettera
alla Littizzetto abbiano capito perfettamente tutto ciò. Ma per favore, non
fermiamoci allo spot che sicuramente la Littizzetto interpreterà anche contro la
violenza alle donne (e, ci scommetteremmo, con il contributo finanziario degli
stessi dirigenti Coop e magari con la regia di qualche cineasta di "sinistra").
Cerchiamo di guardare più in là, oltre anche al precariato (perchè è chiaro che
il futuro, tra pochi anni, sarà quello, ma per tutti, se non altro per
disinnescare la bomba ad orologeria sociale che verrebbe costruita dal
perpetuarsi dell'ingiustizia nel trattamento diseguale tra lavoratori in
situazioni diverse). Per esempio: nei mesi scorsi anche noi abbiamo denunciato
la via serba di Marchionne ai rapporti di lavoro. Non sarà mica che Renzi
(vincitore delle primarie nelle zone rosse e quindi anche col voto dei
cooperatori) e Bersani (storicamente considerato uomo vicino
all'imprenditorialità cooperativa) pensino che l'alternativa al modello FIAT sia
questo modello Coop?
Ecco, ci dicano loro cosa pensano della vostra situazione e
cosa vogliano fare per porre rimedio. E CGIL CISL UIL, oltre a criticare i
contratti pirata UNCI/CONFSAL , non sembra abbiano fatto molto per dimostrare
come i CCNL Alleanza Cooperative/Triplice siano poi tanto diversi. E l'Autorità
di vigilanza (la Direzione Generale Enti Cooperativi del Ministero dello
Sviluppo Economico, diretto da Passera) che potrebbe intervenire subito, non
ritiene che sia il caso di disporre ispezioni straordinarie a carico di Aziende
che per legge sono con frequenza annuale o biennale ispezionate da Legacoop
stessa? E può sopravvivere nel 2012 un sistema che preveda la coincidenza tra
controllore (Legacoop) e controllato (la COOP aderente a Legacoop alla quale
paga la quota associativa)? Care lavoratrici, solo interessandovi direttamente
di queste cose (altro che la povera Littizzetto) riuscirete a smuovere qualcosa.
E senz'altro noi saremo al vostro fianco.
giovedì 22 novembre 2012
IL GRANDE REGISTA KEN LOACH RIFIUTA UN IMPORTANTE PREMIO A TORINO E SI SCHIERA CON I LAVORATORI
Comunicato di Ken Loach:
I complimenti dell'AGL al Maestro inglese e la nostra solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti.
"E' con grande dispiacere che mi trovo costretto a
rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio
che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno
lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".
*****************************************
I complimenti dell'AGL al Maestro inglese e la nostra solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti.
giovedì 8 novembre 2012
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:L'INIZIO DELLA FINE?
Da www.gazzettino.it
Muore di tumore a 56 anni, per l'Inps
Arriva in novembre l'esito della visita di marzo:
Michelina è già
Muore di tumore a 56 anni, per l'Inps
può lavorare e
non merita la pensione
Arriva in novembre l'esito della visita di marzo:
Michelina è già
deceduta, per l'istituto è in grado di camminare: «Presi in
giro»
di Paolo
Calia
TREVISO - Assalita dal tumore, fiaccata
dalla chemioterapia, costretta
in carrozzina per evitare di cadere: per l'Inps però quella donna trevigiana, ex parrucchiera, così debilitata è invece in grado di camminare e lavorare e quindi non meritevole di una pensione d'invalidità. Ma c'è di più: l'esito della visita davanti alla commissione medica fatta a marzo è arrivato ieri, 7 novembre, a cinque mesi di distanza dalla morte e dal funerale della diretta interessata. Una vicenda paradossale ma, purtroppo, estremamente reale. La protagonista è Michelina Bruschetta, morta il 18 giugno a 56 anni. Nata a Castelfranco, residente a Silea ma conosciutissima a Treviso dove per 34 anni, assieme alla sorella Ivana, ha gestito un salone da parrucchiera. Tre anni fa le viene diagnosticato il tumore: mesotelioma pleurico. Una forma particolare, legata alle polveri d'amianto presenti, un tempo, in molti prodotti utilizzati dalle parrucchiere. Michelina è costretta a lasciare il suo lavoro. Un anno e mezzo fa anche Ivana si ritira, vende l'attività e si dedica alla sorella. Inizia il calvario tra dottori, ospedali e mille carte da firmare. L'avvocato trevigiano Sossio Vitale riesce a far ottenere a Michelina le agevolazioni previste dall'Inail per chi è colpito da malattie professionali. Poi le due sorelle si rivolgono all'Inps per l'accompagnatoria prevista per gli invalidi al 100 per cento. «Abbiamo sempre pagato tutto, osservato tutte le leggi. Sinceramente mi sento presa in giro», dice Ivana che ieri mattina ha ricevuto dall'Inps la risposta alla domanda fatta a marzo. Ovviamente la pensione d'invalidità non serve più a nessuno. Non è questo a ferire ma le motivazioni con cui i medici hanno bocciato la richiesta: «La commissione medica superiore riconosce l'interessato non invalido». Spiegando che la patologia non è "invalidante" e che la capacità lavorativa "non è ridotta". In poche parole: Michelina, attaccata dal tumore e debilitata dalla chemioterapia, costretta a muoversi in sedia a rotelle per non stancarsi troppo, per l'Inps poteva lavorare e camminare. Vitale osserva sconsolato: «Purtroppo seguo anche altri casi del genere. Capisco l'esigenza di tagliare i costi, ma parliamo di un malato oncologico morto nel giro di tre mesi, che si muoveva in carrozzina e considerato, invece, in grado di camminare. Per i malati di questo tipo la pensione dovrebbe essere riconosciuta almeno durante il periodo della chemioterapia». |
Giovedì 08 Novembre 2012 - 09:07 Ultimo aggiornamento:
09:59""""""""""
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COMMENTO ALP-AGL Il fatto è increscioso e purtroppo, nonostante quanto si possa pensare, non strettamente legato alla spending review ma al modo di essere, da diversi anni, della Pubblica Amministrazione in Italia. La quale sta arrivando al capolinea. I cittadini la mantengono con un elevatissimo carico fiscale ma, invece di ottenere delle prestazioni ne ricavano, come suol dirsi in termine sportivo, delle "controprestazioni". Ossia: paghiamo e non solo non abbiamo benefici ma addirittura dei danni.E' catastrofismo? Non lo sappiamo. Basta fare però un sondaggio tra i cittadini e tutti immaginiamo cosa essi risponderanno. In Italia abbiamo una burocrazia colossale, dirigenti strapagati, impiegati pagati con stipendi da fame, soldi destinati alle risorse materiali che partono dal contribuente e , a causa della corruzione, arrivano in minima parte alla loro destinazione. Se ragionassimo su qualsiasi Ministero o Pubblica Amministrazione ci accorgeremmo della sostanziale inutilità di gran parte delle funzioni in teoria svolte. Molti Ministeri ed Enti cioè creano per lo più problemi a chi vuole vivere e lavorare, più che soluzioni.Sia perchè le leggi sono fatte male e ripetitive, sia perchè le stesse vengono violate e aggirate impunemente da chi può. Arriverà il momento , tra poco, che il cittadino si ribellerà una volta per tutte e si rifiuterà di pagare ancora per mantenere questo sconcio. Allora noi diciamo: no, una Pubblica Amministrazione è indispensabile che esista e funzioni soprattutto per i più bisognosi. E' necessario che chi lavora in buona fede al suo interno conservi il posto di lavoro e guadagni di più. Ma per realizzare ciò è urgente che la pulizia parta dal suo interno. Ogni lavoratore pubblico deve diventare controllore di ciò che gli avviene intorno e denunciare, anche avvalendosi di sindacati (veri, quindi ne sono rimasti pochi) che lo tutelino in maniera anche dura, senza guardare in faccia a nessuno. Per altri comportamenti ormai è tardi. Non salveranno la Pubblica Amministrazione nè l'omertà, nè la connivenza nè il collaborazionismo sindacale (magari mascherato da concertazione) adeguatamente ricompensato dai centri di potere dirigenziali.Svegliamoci e impediamo ai nostri nemici di portare il Paese allo sfascio.Altrimenti noi lavoratori pubblici rischieremmo, per opera di costoro, di perdere tutto: occupazione per noi stessi e servizi per la cittadinanza la quale a un certo punto dirà:"bene, caro Stato, se i soldi che ci trattieni te li mangi, allora lasciaceli e vattene al diavolo. Almeno potremo comprarci, nei limiti del possibile, quanto ci serve dai privati. Sempre meglio che buttarli via affidandoteli".Il resto sarà compito della politica e l'augurio che noi possiamo fare è solo che si cerchi di scegliere per il meglio a chi affidarci in futuro. |
giovedì 25 ottobre 2012
POSTE ITALIANE: UN PROBLEMA CHE INTERESSA TUTTI
Dando un occhiata al funzionamento di un ufficio di Poste Italiane in questi
anni è stato possibile farsi una idea dello stato di salute dei servizi in
Italia. Ciò potrebbe dirsi, in realtà, per ogni amministrazione diffusa
capillarmente sul territorio. Guardi le facce della gente, ne percepisci gli
umori e capisci se questo Paese ha raggiunto livelli di efficienza decenti.In
effetti, stranamente, ad un progresso degli strumenti tecnologici, nelle Poste,
non ha corrisposto un miglioramento in tutti i servizi. Ad esempio si lamentano,
in generale, eccessive file alle poste stesse e ritardi nel recapito delle
lettere. Strano, perchè le Poste erano state privatizzate nel 1998
(trasformazione in SpA). Una SpA all'italiana , ovviamente, in quanto
l'azionista unico era ed è il Ministeo dell'Economia. Alcuni punti fermi di
questa operazione sono comuni a quelli di altri processi simili. Ad esempio la
perdita di centomila posti di lavoro.Se ne sono persi nel recapito,
parallelamente alle sedi decentrate dello stesso, via via accorpate.Ed è
aumentata la distanza da percorrere per molti clienti obbligati a farlo.Certo,
gli utili societari sono aumentati ma si sono persi, anche recentemente, altri
posti di lavoro ed è stato abolito il recapito al sabato. Peggioramento del
servizio quindi (l'oggetto sociale di questa SpA).Nel bancoposta sono aumentati
i servizi da fornire a parità di personale ma quest'ultimo non ha sufficiente
dotazione tecnologica.La situazione societaria è sana (bilanci in equilibrio) ma
le risorse non vengono usate per migliorare le condizioni del servizio.Come
detto la riorganizzazione ha proceduto per "ondate" di cui le ultime, quelle da
poco preannunciate saranno devastanti.Licenziamento di 12 mila portalettere,
chiusura di 1200 uffici minori e razionalizzazione (apertura settimanale
ridotta) per altri 600.
I più maligni sostengono che questo processo abbia due obbiettivi: scorporare il Bancoposta "bancarizzandolo" e frazionare, affidandolo a ditte private, il servizio di recapito.
Già in altri settori in cui questi processi sono andati avanti è stato possibile ricavare le controindicazioni che ora ovviamente, per il futuro, sono riproponibili per Poste Italiane. Essenzialmente: la possibilità che quando vi sia un disservizio l'utente non riesca a risalire al responsabile (non per fargli causa ma semplicemente per risolvere in fretta il suo problema perchè è solo ciò che in questi casi gli (ci) interessa). E poi il rischio che una privatizzazione e parcellizzazione spinta non favorisca la concorrenza ma l'instaurarsi di tanti piccoli monopoli territoriali, gestiti in dispregio delle esigenze delle collettività residenti nei territori più sperduti.
Anche se molti sembrano essersene dimenticati, il servizio postale è un bene di pubblica utilità. Un recapito efficiente incide sul benessere psicologico della gente, il bancoposta è uno degli strumenti più utilizzati per il risparmio popolare. Il quale a sua volta è raccolto dalla Cassa Depositi e Prestiti la quale svolge una funzione importante, tra le altre: quella di finanziare gli investimenti infrastrutturali dei Comuni.
La vertenza Poste, quindi, interessa tutti noi perchè sono in gioco beni preziosissimi che, una volta persi, difficilmente riusciremo a recuperare in breve tempo e a costi sostenibili.
Grande solidarietà quindi con le richieste dei lavoratori postali (innanzitutto: basta con i licenziamenti) , richiesta al governo di curare con la massima attenzione (come dovrebbe fare ogni buon proprietario) l'operato del suo management, una riflessione prima o poi da condurre tesa a rivalutare l'utilità del ritorno ad un soggetto pubblico di determinate funzioni, visto che 15 anni di liberalizzazione/privatizzazione hanno dimostrato il fallimento delle teorie sottostanti.
Cercheremo, come Sindacato, di dare anche noi il nostro contributo per il miglioramento di questa situazione, nell'interesse dei lavoratori e della collettività.
I più maligni sostengono che questo processo abbia due obbiettivi: scorporare il Bancoposta "bancarizzandolo" e frazionare, affidandolo a ditte private, il servizio di recapito.
Già in altri settori in cui questi processi sono andati avanti è stato possibile ricavare le controindicazioni che ora ovviamente, per il futuro, sono riproponibili per Poste Italiane. Essenzialmente: la possibilità che quando vi sia un disservizio l'utente non riesca a risalire al responsabile (non per fargli causa ma semplicemente per risolvere in fretta il suo problema perchè è solo ciò che in questi casi gli (ci) interessa). E poi il rischio che una privatizzazione e parcellizzazione spinta non favorisca la concorrenza ma l'instaurarsi di tanti piccoli monopoli territoriali, gestiti in dispregio delle esigenze delle collettività residenti nei territori più sperduti.
Anche se molti sembrano essersene dimenticati, il servizio postale è un bene di pubblica utilità. Un recapito efficiente incide sul benessere psicologico della gente, il bancoposta è uno degli strumenti più utilizzati per il risparmio popolare. Il quale a sua volta è raccolto dalla Cassa Depositi e Prestiti la quale svolge una funzione importante, tra le altre: quella di finanziare gli investimenti infrastrutturali dei Comuni.
La vertenza Poste, quindi, interessa tutti noi perchè sono in gioco beni preziosissimi che, una volta persi, difficilmente riusciremo a recuperare in breve tempo e a costi sostenibili.
Grande solidarietà quindi con le richieste dei lavoratori postali (innanzitutto: basta con i licenziamenti) , richiesta al governo di curare con la massima attenzione (come dovrebbe fare ogni buon proprietario) l'operato del suo management, una riflessione prima o poi da condurre tesa a rivalutare l'utilità del ritorno ad un soggetto pubblico di determinate funzioni, visto che 15 anni di liberalizzazione/privatizzazione hanno dimostrato il fallimento delle teorie sottostanti.
Cercheremo, come Sindacato, di dare anche noi il nostro contributo per il miglioramento di questa situazione, nell'interesse dei lavoratori e della collettività.
mercoledì 24 ottobre 2012
SANITA': SPENDING REVIEW O SPENDING "DIPPIU' "?
E' ormai avvenuto che l'adozione da parte del governo della spending review
abbia prodotto un effetto a cascata (una volta si chiamava scarica barile) sulle
Regioni le quali sono state obbligate in fretta e furia a risparmiare dove era
possibile, oltre che necessario. Si sa che la maggiore fonte di spesa per le
regioni è la sanità quindi, cascata sulle ASL , seguita da cascatine sulle
singole aziende ospedaliere. Ricordiamoci che la questione è serissima: stiamo
parlando della salute della gente. Siamo vicini forse a una svolta. Ossia,
potrebbe accadere che a breve quello che ognuno di noi dava per scontato e
sicuro, rivolgendosi a uno ospedale (facendo i debiti scongiuri) a breve non
possa esserlo più. Di solito, quando c'è da risparmiare si comincia, guarda
caso, dal basso, anche se l'ordine viene dall'alto. Chi sono i più deboli? I
malati. Da chi vengono accuditi, per lo più , di fatto? Da lavoratori che sono i
più deboli e sfruttati: quegli degli appalti di servizi, spesso precari,
sfruttati e sottopagati. Negli ospedali normali accade ciò. Ovviamente chi
lancia quegli ordini dall'alto non è poi tra le vittime ma va a curarsi nelle
cliniche di lusso, dove questi problemi non esistono.Si dirà, allora, che in
definitiva si tratta di raschiare l'osso? Non esattamente, perchè questi
appalti, in realtà, sono degli appetitosi e paffuti cosciotti addentati però da
chi non è nè malato nè assistente dei malati. Di chi è la dentierà? Dei
politici, i quali, notoriamente, nutrono la propria attività proprio grazie ai
meccanismi che sono dietro gli appalti, il cui costo è in minima parte quello
del servizio (quanto volete possano spendere per i poveri salari di quei
lavoratori? Pochissimo) . In realtà, la parte del leone la fanno i costi
generali dentro cui troveremmo, a ben cercare, qualcosa che conosciamo
benissimo: i costi della politica.
Bene, si dirà.Il taglio riguarderà anche quei costi. No. Riguarda gli stipendi di quei lavoratori (aumento dei carichi a parità di retribuzione, riduzioni di orario, demansionamento) e gli acquisti di pertinenza dei malati. La politica non può tagliare i propri costi: ne verrebbe compromessa la democrazia, diamine!Quindi non solo quei lavoratori sono stati utilizzati in tutti questi anni come normali impiegati di ASL e Ospedali, senza vederselo riconosciuto (in violazione tra l'altro di ogni principio di diritto del lavoro, la medesima materia insegnata da qualcuno dei professori che ci governa). Ora rischiano di dover lavorare quasi gratis o, peggio, di perdere il loro lavoro. E i malati di perdere un sostegno che domani potrebbe non esserci più. L'unica via che porterebbe a un risparmio duraturo ossia il riconoscimento del lavoro effettuato dai precari, stabilizzandoli e la presa d'atto che solo reinternalizzando le funzioni, ossia facendo ridiventare pubblico quello che avventatamente è stato reso privato, si recupererebbe la qualità del servizio, non viene perseguita proprio perchè in tal caso cadrebbe la copertura di questo meccanismo perverso finalizzato a foraggiare la classe politica.Ma se i costi minimi del servizio sono incomprimibili e, quindi, per altre vie la Pubblica Amministrazione sarà costretta a breve, in qualche maniera (tasse ovviamente) a trovare, sulla base del disagio e della protesta sociale, le risorse per recuperare gli standard minimi di prestazioni e assistenza, se prima o poi il costo sociale di questa modalità di gestione della forza lavoro presenterà il proprio conto (chi può essere mai disposto a lavorare da schiavo?) e se la politica non vorrà rinunciare alla sua fetta di torta (si sa quanto sia difficile per chiunque mettersi a dieta) , è facile concludere che in questo e altri settori la spending review produrrà un complessivo incremento della spesa pubblica, un pò come accade all'obeso che inizia scelleratamente a fare dei forzati digiuni, perde inizialmente dei chili e poi li riacquista con gli interessi, cedendo su tutta la linea. Siamo veramente delusi. Pensavamo che un governo tecnico, formato da professori e manager così qualificati, escogitasse soluzioni più intelligenti.
Bene, si dirà.Il taglio riguarderà anche quei costi. No. Riguarda gli stipendi di quei lavoratori (aumento dei carichi a parità di retribuzione, riduzioni di orario, demansionamento) e gli acquisti di pertinenza dei malati. La politica non può tagliare i propri costi: ne verrebbe compromessa la democrazia, diamine!Quindi non solo quei lavoratori sono stati utilizzati in tutti questi anni come normali impiegati di ASL e Ospedali, senza vederselo riconosciuto (in violazione tra l'altro di ogni principio di diritto del lavoro, la medesima materia insegnata da qualcuno dei professori che ci governa). Ora rischiano di dover lavorare quasi gratis o, peggio, di perdere il loro lavoro. E i malati di perdere un sostegno che domani potrebbe non esserci più. L'unica via che porterebbe a un risparmio duraturo ossia il riconoscimento del lavoro effettuato dai precari, stabilizzandoli e la presa d'atto che solo reinternalizzando le funzioni, ossia facendo ridiventare pubblico quello che avventatamente è stato reso privato, si recupererebbe la qualità del servizio, non viene perseguita proprio perchè in tal caso cadrebbe la copertura di questo meccanismo perverso finalizzato a foraggiare la classe politica.Ma se i costi minimi del servizio sono incomprimibili e, quindi, per altre vie la Pubblica Amministrazione sarà costretta a breve, in qualche maniera (tasse ovviamente) a trovare, sulla base del disagio e della protesta sociale, le risorse per recuperare gli standard minimi di prestazioni e assistenza, se prima o poi il costo sociale di questa modalità di gestione della forza lavoro presenterà il proprio conto (chi può essere mai disposto a lavorare da schiavo?) e se la politica non vorrà rinunciare alla sua fetta di torta (si sa quanto sia difficile per chiunque mettersi a dieta) , è facile concludere che in questo e altri settori la spending review produrrà un complessivo incremento della spesa pubblica, un pò come accade all'obeso che inizia scelleratamente a fare dei forzati digiuni, perde inizialmente dei chili e poi li riacquista con gli interessi, cedendo su tutta la linea. Siamo veramente delusi. Pensavamo che un governo tecnico, formato da professori e manager così qualificati, escogitasse soluzioni più intelligenti.
venerdì 19 ottobre 2012
RESPONSABILITA' APPALTI: CIRCOLARE INAIL
Argomento: responsabilità solidale sui premi assicurativi in materia di appalti
di opere o di servizi .
Leggila qui:
http://normativo.inail.it/bdninternet/2012/ci201254.htm
Leggila qui:
http://normativo.inail.it/bdninternet/2012/ci201254.htm
venerdì 12 ottobre 2012
L'ITALIA HA UNA NUOVA BOMBA CHE DISTRUGGE IL TERZIARIO MA LASCIA INTATTI I POLITICI (FINO ALLE ELEZIONI?)
Chiusi centomila negozi. Consumi fermi dall'estate. Ma la soluzione definitiva
escogitata dal Governo Monti è.....L'AUMENTO DELL'IVA!
Lo scoppio provocherà un ulteriore calo dei consumi per 7 miliardi.Ecco i settori che saranno pressochè annientati (e con essi migliaia di posti di lavoro):
Turismo, Automobile, Moda, Ristoranti,Alberghi, Commercio.Dopo l'industria, ora tocca a loro.
Nessun rifugio può resistere: l'unica via di fuga è all'estero.E forse questa è la speranza dei politici: che quando si andrà alle elezioni gli italiani da loro rovinati siano tutti fuori dal Paese e non possano votare. Per favore, svegliateci da questo incubo!
ALCAMS-AGL (lavoratori commercio, servizi, alberghi e mense)
Lo scoppio provocherà un ulteriore calo dei consumi per 7 miliardi.Ecco i settori che saranno pressochè annientati (e con essi migliaia di posti di lavoro):
Turismo, Automobile, Moda, Ristoranti,Alberghi, Commercio.Dopo l'industria, ora tocca a loro.
Nessun rifugio può resistere: l'unica via di fuga è all'estero.E forse questa è la speranza dei politici: che quando si andrà alle elezioni gli italiani da loro rovinati siano tutti fuori dal Paese e non possano votare. Per favore, svegliateci da questo incubo!
ALCAMS-AGL (lavoratori commercio, servizi, alberghi e mense)
mercoledì 26 settembre 2012
L'ASPI(DE) DELLA FORNERO TEME DI MORIRE AVVELENATO E VA A MORDERE GLI STAGIONALI DEL TURISMO
La riforma Fornero rischia di colpire duramente, questa volta gli stagionali del
settore Turismo.Stiamo parlando di decine di migliaia di persone.Come noto la
legge, tra le altre novità, prevede il passaggio dalla "indennità di
disoccupazione a requisiti ridotti" alla "Mini Aspi".
La prima consentiva di presentare la domanda dall'1.1 al 30.3 (riferita all'anno precedente) anche se la persona, al momento della richiesta aveva in corso un rapporto di lavoro.
Dall'1.1.2013 la domanda per la Mini Aspi, invece, andrà presentata entro due mesi dalla fine del rapporto di lavoro (a condizione che permanga lo stato di disoccupazione).I lavoratori stagionali del Turismo che cesseranno il lavoro fra settembre e ottobre di questo anno, risulteranno sprovvisti di qualunque forma di sostegno al reddito, poiché non esisterà più l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e la Mini Aspi avrà decorrenza, dal gennaio 2013. A quella data infatti, saranno trascorsi più di due mesi dal termine della loro prestazione.
Un intoppo serissimo quindi, che richiede un intervento immediato del Governo.
La prima consentiva di presentare la domanda dall'1.1 al 30.3 (riferita all'anno precedente) anche se la persona, al momento della richiesta aveva in corso un rapporto di lavoro.
Dall'1.1.2013 la domanda per la Mini Aspi, invece, andrà presentata entro due mesi dalla fine del rapporto di lavoro (a condizione che permanga lo stato di disoccupazione).I lavoratori stagionali del Turismo che cesseranno il lavoro fra settembre e ottobre di questo anno, risulteranno sprovvisti di qualunque forma di sostegno al reddito, poiché non esisterà più l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e la Mini Aspi avrà decorrenza, dal gennaio 2013. A quella data infatti, saranno trascorsi più di due mesi dal termine della loro prestazione.
Un intoppo serissimo quindi, che richiede un intervento immediato del Governo.
venerdì 14 settembre 2012
FACCHINAGGIO: NOVITA' SU REQUISITI CAPACITA' ECONOMICO-FINANZIARIA E TECNICO-ORGANIZZATIVI
L’art. 10 del del D.Lgs. 147/2012 prevede, per le attività di facchinaggio, che l’iscrizione al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese artigiane sia subordinata alla dimostrazione della sussistenza dei soli requisiti di onorabilità. Pertanto, non saranno più oggetto di accertamento i requisiti di capacità economico- finanziaria e tecnico- organizzativi.
sabato 8 settembre 2012
giovedì 6 settembre 2012
mercoledì 25 luglio 2012
VERGOGNA! Ma se volete potete iniziare a riscattarvi.
Matteo
LA MORTE DI MATTEO, IN UN INCIDENTE AVVENUTO MONTANDO IL PALCO PER IL CONCERTO DI UNA NOTA CANTANTE
L'INAIL RISARCISCE CON MENO DI DUE MILA EURO. E I SOLDI PER LA SUA FAMIGLIA SARANNO SOLO QUELLI PERCHE' ALL'INAIL NON RISULTA CHE LUI MANTENESSE LA FAMIGLIA
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/24/news/crollo_palco_pausini_2000_euro_per_la_morte_di_matteo_la_madre_quei_soldi_offendono_la_dignit-39634677/
LA MAMMA DI MATTEO SI RIBELLA (DA TGCOM24)
L'INAIL AVREBBE IL COMPITO DI (dal suo sito istituzionale):
"L’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, persegue una pluralità di obiettivi: ridurre il fenomeno infortunistico; assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio; garantire il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro. L’assicurazione, obbligatoria per tutti i datori di lavoro che occupano lavoratori dipendenti e parasubordinati nelle attività che la legge individua come rischiose, tutela il lavoratore contro i danni derivanti da infortuni e malattie professionali causati dalla attività lavorativa. L’assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile conseguente ai danni subiti dai propri dipendenti. La tutela nei confronti dei lavoratori, anche a seguito delle recenti innovazioni normative, ha assunto sempre più le caratteristiche di sistema integrato di tutela, che va dagli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie ed economiche, alle cure, riabilitazione e reinserimento nella vita sociale e lavorativa nei confronti di coloro che hanno già subito danni fisici a seguito di infortunio o malattia professionale. Allo scopo di contribuire a ridurre il fenomeno infortunistico l’INAIL realizza inoltre importanti iniziative mirate al monitoraggio continuo dell’andamento dell’occupazione e degli infortuni, alla formazione e consulenza alle piccole e medie imprese in materia di prevenzione, al finanziamento imprese che investono in sicurezza. "
E' NOTO CHE L'INAIL VANTA UN AVANZO DI 18 MILIARDI DI EURO, A DIFFERENZA DI TANTI ALTRI ENTI IN PASSIVO.
SE E' STATO SALVATO DALLA SPENDING REVIEW SIGNIFICA CHE SI E' CONVINTI CHE ANCORA SERVA A QUALCOSA.
PER DARE UN'IDEA, UN DIRIGENTE INAIL GUADAGNA ALMENO 4.000 EURO AL MESE. DUNQUE PER L'INAIL LA VITA DI UN RAGAZZO DI 31 ANNI VALE QUANTO 15 GG DI LAVORO DI UN PROPRIO DIRIGENTE.
Caro Presidente Napolitano, caro Presidente Monti, caro Ministro Fornero (sempre che nel frattempo non abbia dichiarato che oltre al Lavoro, neppure la Sicurezza sia un diritto costituzionalmente garantito...), cari Partiti:
le leggi vanno rispettate (sempre) ma a noi sembra assurdo che in pochi giorni si riesca a riformare la Costituzione (in senso semipresidenzialistico) e non si trovi il modo, tecnicamente, di dare sollievo a una famiglia così ingiustamente colpita.
DIMOSTRATECI DI SAPER DARE VERAMENTE UNA SPERANZA A QUESTO PAESE!
LA MORTE DI MATTEO, IN UN INCIDENTE AVVENUTO MONTANDO IL PALCO PER IL CONCERTO DI UNA NOTA CANTANTE
L'INAIL RISARCISCE CON MENO DI DUE MILA EURO. E I SOLDI PER LA SUA FAMIGLIA SARANNO SOLO QUELLI PERCHE' ALL'INAIL NON RISULTA CHE LUI MANTENESSE LA FAMIGLIA
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/24/news/crollo_palco_pausini_2000_euro_per_la_morte_di_matteo_la_madre_quei_soldi_offendono_la_dignit-39634677/
LA MAMMA DI MATTEO SI RIBELLA (DA TGCOM24)
L'INAIL AVREBBE IL COMPITO DI (dal suo sito istituzionale):
"L’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, persegue una pluralità di obiettivi: ridurre il fenomeno infortunistico; assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio; garantire il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro. L’assicurazione, obbligatoria per tutti i datori di lavoro che occupano lavoratori dipendenti e parasubordinati nelle attività che la legge individua come rischiose, tutela il lavoratore contro i danni derivanti da infortuni e malattie professionali causati dalla attività lavorativa. L’assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile conseguente ai danni subiti dai propri dipendenti. La tutela nei confronti dei lavoratori, anche a seguito delle recenti innovazioni normative, ha assunto sempre più le caratteristiche di sistema integrato di tutela, che va dagli interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie ed economiche, alle cure, riabilitazione e reinserimento nella vita sociale e lavorativa nei confronti di coloro che hanno già subito danni fisici a seguito di infortunio o malattia professionale. Allo scopo di contribuire a ridurre il fenomeno infortunistico l’INAIL realizza inoltre importanti iniziative mirate al monitoraggio continuo dell’andamento dell’occupazione e degli infortuni, alla formazione e consulenza alle piccole e medie imprese in materia di prevenzione, al finanziamento imprese che investono in sicurezza. "
E' NOTO CHE L'INAIL VANTA UN AVANZO DI 18 MILIARDI DI EURO, A DIFFERENZA DI TANTI ALTRI ENTI IN PASSIVO.
SE E' STATO SALVATO DALLA SPENDING REVIEW SIGNIFICA CHE SI E' CONVINTI CHE ANCORA SERVA A QUALCOSA.
PER DARE UN'IDEA, UN DIRIGENTE INAIL GUADAGNA ALMENO 4.000 EURO AL MESE. DUNQUE PER L'INAIL LA VITA DI UN RAGAZZO DI 31 ANNI VALE QUANTO 15 GG DI LAVORO DI UN PROPRIO DIRIGENTE.
Caro Presidente Napolitano, caro Presidente Monti, caro Ministro Fornero (sempre che nel frattempo non abbia dichiarato che oltre al Lavoro, neppure la Sicurezza sia un diritto costituzionalmente garantito...), cari Partiti:
le leggi vanno rispettate (sempre) ma a noi sembra assurdo che in pochi giorni si riesca a riformare la Costituzione (in senso semipresidenzialistico) e non si trovi il modo, tecnicamente, di dare sollievo a una famiglia così ingiustamente colpita.
DIMOSTRATECI DI SAPER DARE VERAMENTE UNA SPERANZA A QUESTO PAESE!
sabato 21 luglio 2012
ARRIVARE ALLA FONTE DELLA CONTRAFFAZIONE? FACCIAMOLO UTILIZZANDO LE INFORMAZIONI CHE VERRANNO DALL'IMMINENTE SANATORIA
Più che condivisibile la Circolare del Procuratore di Savona Dott. Granero
leggi qui:
In Italia però siamo (ci riferiamo all'opinione pubblica e agli organi di stampa) un po' ripetitivi e inconcludenti. Da noi i dibattiti (gli stessi) si aprono sempre ma non si chiudono mai. Con le decisioni, i fatti, le soluzioni condivise.I vari soggetti fanno finta di dialogare ma in realtà restano della loro idea e continuano a fare quello che gli pare. E ciò è tanto più preoccupante quanto più si svolgono funzioni pubbliche. Una stessa norma nazionale cioè, a volte è interpretata e applicata(e non) difformemente in ognuna delle 110 (?) province del Paese.Ci sarà da ridere quando sulle spiagge, con la crisi occupazionale che avanza,al posto dei vù cumprà di colore ci saremo noi italiani. E forse c'è proprio questo presentimento nelle meritorie cautele del Dott. Granero.Ossia: non facciamo oggi a loro quello che un domani potrebbe essere combinato a noi.
Tutti da tempo avevamo l'impressione che, riguardo agli stranieri, non ai capi delle mafie estere ma ai poveri cristi con il problema di pagarsi un pasto, qualcosa non quadrasse riguardo allo sproporzionato impegno delle forze dell'ordine (tra l'altro non gradito a tanti bagnanti, come avvenuto ieri a Cervia), alle norme processuali e alla custodia preventiva. Vuoi vedere che dovremo ringraziare i vù cumprà, oltre all'Europa, se un giorno riusciremo ad avere una Giustizia meglio organizzata e più umana?
E riemerge poi la annosa questione del coordinamento e del razionale impiego delle forze dell'ordine (a cui manifestiamo come Sindacato la nostra solidarietà). Uomini e mezzi abbondanti per operazioni di facciata, carenze paurose per le attività che richiedono una opera di intelligence. Come se si avesse timore, da parte di chi le dirige, di andare a sbattere il muso contro qualcosa di troppo duro.
E' alle porte una giusta “sanatoria” per i lavoratori irregolari che partirà a settembre. La stessa prevederà una fase transitoria, nella quale si darà la possibilità ai datori di lavoro di “mettersi a posto” spontaneamente pagando un tot allo Stato e una fase successiva in cui si concederà un permesso di soggiorno allo straniero irregolare che denunci lo sfruttatore del proprio lavoro in nero.
Lo Stato ci guadagnerà tanto e questo indurrà a chiudere un occhio su tante false dichiarazioni che ci saranno e su tanti soldi pagati dagli stranieri a chi sarà disposto a farle. Ma è tanto chiedere a chi di dovere che da questa sanatoria (dai dati che essa fornirà) si traggano gli elementi per stilare una mappa della filiera della contraffazione in Italia per arrivare alle sue fonti (un esempio della famosa attività di intelligence)?E per stroncarla?
venerdì 6 luglio 2012
LIBERALIZZAZIONE ORARI NEGOZI: FINALMENTE UNA PROPOSTA COSTRUTTIVA
Della serie: quando la politica smette di chiacchierare e assolve al suo compito di trovare soluzioni di buon senso.
Dal sito di Toscana TV:
http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL140080
Siamo sicuri che l'On.Lulli (PD) abbia giustamente raccolto i suggerimenti provenienti dagli amministratori locali della Toscana. Sembra strano, ma ricordare che le migliori riforme non sono quelle imposte ma quelle che prevedano la consultazione degli attori in campo, risulta essere, nell'Italia del 2012 , fuori moda.
Il nostro Sindacato appoggerà questa impostazione che, dopo tanto tempo, restituisce ai lavoratori del Commercio un ruolo da protagonisti.
Dal sito di Toscana TV:
http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL140080
Siamo sicuri che l'On.Lulli (PD) abbia giustamente raccolto i suggerimenti provenienti dagli amministratori locali della Toscana. Sembra strano, ma ricordare che le migliori riforme non sono quelle imposte ma quelle che prevedano la consultazione degli attori in campo, risulta essere, nell'Italia del 2012 , fuori moda.
Il nostro Sindacato appoggerà questa impostazione che, dopo tanto tempo, restituisce ai lavoratori del Commercio un ruolo da protagonisti.
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