E' ormai avvenuto che l'adozione da parte del governo della spending review
abbia prodotto un effetto a cascata (una volta si chiamava scarica barile) sulle
Regioni le quali sono state obbligate in fretta e furia a risparmiare dove era
possibile, oltre che necessario. Si sa che la maggiore fonte di spesa per le
regioni è la sanità quindi, cascata sulle ASL , seguita da cascatine sulle
singole aziende ospedaliere. Ricordiamoci che la questione è serissima: stiamo
parlando della salute della gente. Siamo vicini forse a una svolta. Ossia,
potrebbe accadere che a breve quello che ognuno di noi dava per scontato e
sicuro, rivolgendosi a uno ospedale (facendo i debiti scongiuri) a breve non
possa esserlo più. Di solito, quando c'è da risparmiare si comincia, guarda
caso, dal basso, anche se l'ordine viene dall'alto. Chi sono i più deboli? I
malati. Da chi vengono accuditi, per lo più , di fatto? Da lavoratori che sono i
più deboli e sfruttati: quegli degli appalti di servizi, spesso precari,
sfruttati e sottopagati. Negli ospedali normali accade ciò. Ovviamente chi
lancia quegli ordini dall'alto non è poi tra le vittime ma va a curarsi nelle
cliniche di lusso, dove questi problemi non esistono.Si dirà, allora, che in
definitiva si tratta di raschiare l'osso? Non esattamente, perchè questi
appalti, in realtà, sono degli appetitosi e paffuti cosciotti addentati però da
chi non è nè malato nè assistente dei malati. Di chi è la dentierà? Dei
politici, i quali, notoriamente, nutrono la propria attività proprio grazie ai
meccanismi che sono dietro gli appalti, il cui costo è in minima parte quello
del servizio (quanto volete possano spendere per i poveri salari di quei
lavoratori? Pochissimo) . In realtà, la parte del leone la fanno i costi
generali dentro cui troveremmo, a ben cercare, qualcosa che conosciamo
benissimo: i costi della politica.
Bene, si dirà.Il taglio riguarderà anche
quei costi. No. Riguarda gli stipendi di quei lavoratori (aumento dei carichi a
parità di retribuzione, riduzioni di orario, demansionamento) e gli acquisti di
pertinenza dei malati. La politica non può tagliare i propri costi: ne verrebbe
compromessa la democrazia, diamine!Quindi non solo quei lavoratori sono stati
utilizzati in tutti questi anni come normali impiegati di ASL e Ospedali, senza
vederselo riconosciuto (in violazione tra l'altro di ogni principio di diritto
del lavoro, la medesima materia insegnata da qualcuno dei professori che ci
governa). Ora rischiano di dover lavorare quasi gratis o, peggio, di perdere il
loro lavoro. E i malati di perdere un sostegno che domani potrebbe non esserci
più. L'unica via che porterebbe a un risparmio duraturo ossia il riconoscimento
del lavoro effettuato dai precari, stabilizzandoli e la presa d'atto che solo
reinternalizzando le funzioni, ossia facendo ridiventare pubblico quello che
avventatamente è stato reso privato, si recupererebbe la qualità del servizio,
non viene perseguita proprio perchè in tal caso cadrebbe la copertura di questo
meccanismo perverso finalizzato a foraggiare la classe politica.Ma se i costi
minimi del servizio sono incomprimibili e, quindi, per altre vie la Pubblica
Amministrazione sarà costretta a breve, in qualche maniera (tasse ovviamente) a
trovare, sulla base del disagio e della protesta sociale, le risorse per
recuperare gli standard minimi di prestazioni e assistenza, se prima o poi il
costo sociale di questa modalità di gestione della forza lavoro presenterà il
proprio conto (chi può essere mai disposto a lavorare da schiavo?) e se la
politica non vorrà rinunciare alla sua fetta di torta (si sa quanto sia
difficile per chiunque mettersi a dieta) , è facile concludere che in questo e
altri settori la spending review produrrà un complessivo incremento della spesa
pubblica, un pò come accade all'obeso che inizia scelleratamente a fare dei
forzati digiuni, perde inizialmente dei chili e poi li riacquista con gli
interessi, cedendo su tutta la linea. Siamo veramente delusi. Pensavamo che un
governo tecnico, formato da professori e manager così qualificati, escogitasse
soluzioni più intelligenti.
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